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I care for me for you: Asl Vercelli fra i banchi di scuola per una campagna su stili di vita e fake news, coinvolti 400 studenti

Notizie

Data di pubblicazione: 21/05/2025

I care for me for you: Asl Vercelli fra i banchi di scuola per una campagna su stili di vita e fake news, coinvolti 400 studenti

Si può parlare di tumore ai ragazzi delle scuole medie e superiori? Come sollecitare il loro interesse sui rischi dell’alcol, del fumo, del cibo spazzatura, senza cadere nella retorica della didattica frontale poco produttiva e ridondante?

Il gruppo multidisciplinare dei professionisti della salute della Rete Oncologica Piemonte e Valle D’Aosta presenti nelle Aziende Sanitarie regionali si è messo in gioco incontrando i circa 5.000 studenti di 51 Istituti Scolastici – 214 classi – di tutto il Piemonte e Valle D’Aosta, che hanno aderito alla Linea 14 – I CARE FOR ME FOR ME – all’interno del progetto Diderot della Fondazione CRT.

Sul territorio dell’ASL Vercelli il progetto ha visti coinvolti circa 400 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di Cigliano, Santhià, Gattinara, Borgosesia, Varallo e Valduggia. I ragazzi hanno partecipato a due incontri per ciascun gruppo, entrambi della durata di circa 2 ore, che sono stati gestiti dalla dottoressa Renata Torazzo e dall’infermiera Lucia Alice Santamaria della SC Oncologia, diretta dalla dottoressa Chiara Saggia.

“L’Oncologia dell’ASL VC – spiega il Direttore generale Marco Ricci – ha aderito al progetto in collaborazione con ASL Città di Torino, Rete Oncologica Piemonte e Valle D’Aosta e Azienda Zero, proponendo dei momenti di incontro per parlare ai ragazzi in modo creativo, divertente e coinvolgente di stili di vita e fake news. Un approccio che ha permesso di lanciare dai banchi di scuola il tema della la promozione della salute e far riflettere le giovani generazioni su abitudini e scelte consapevoli”.

Nel complesso il progetto regionale ha visto risultati significativi. Gli studenti si sono documentati, hanno studiato, e presentato le loro creazioni: da una serie di francobolli sui tumori ad una confezione di pesudofarmaci “Sorrisolina plus+”, da articoli di salute a considerazioni, pensieri e poster, dai quiz e video a proposte attive di salute. Tutto sulla promozione della salute e sul sentire la malattia.

Il percorso è partito da una riflessione sull’evoluzione delle campagne sulla promozione della salute nate come risposta alle campagne pubblicitarie delle grandi multinazionali, presenti sin dagli anni ’50 nel mainstream televisivo e sulla stampa, che puntavano a creare il prototipo ideale del consumatore, plasmandolo già nelle fasce di età più tenere: quelle sul fumo, sull’alcol –in seguito vietate – e sull’alimentazione (solo di recente l’OMS ha suggerito ai governi di vietare la pubblicità del cibo spazzatura durante i programmi dedicati ai giovani). Si è affrontato il tema dei tumori e delle fake news sui temi di salute, dell’alimentazione e della prevenzione, con un focus sugli screening proposti dal SSN.

La metodologia didattica è stata quella del service learning unita all’entertainment education, metodologia che prevede l’interazione con gli studenti, l’ascolto delle loro riflessioni su ciò che vedono e le loro proposte di campagne per la ‘salute’. L’elemento innovativo di questa proposta è quello di collegare strettamente il servizio all’apprendimento in una sola attività educativa articolata e coerente. La sua implementazione consente simultaneamente di imparare e agire e, in questo senso, si presenta come una pedagogia capace di rendere protagonisti i giovani e promotori di buone pratiche di salute.

Secondo la letteratura scientifica, infatti, i giovani non riescono a proiettare le problematiche legate alla salute in un tempo troppo lontano dal loro presente. Per questa motivazione la nostra metodologia, grazie alle multiprofessionalità della rete oncologica (medici oncologi, infermieri, psicologi, giornalisti, comunicatori, dietisti, ecc.), ha sfruttato gli interventi di prevenzione che riguardano il ‘QUI ed ORA’. Ad esempio, durante gli incontri è stato evidenziato  come la comunicazione utilizzata dalle multinazionali,dalle relazioni tra i pari e nel contesto familiare  influenzi le scelte dei giovani.

Gli studenti, infatti, hanno compreso l’obiettivo del percorso, che non era quello di trasmettere nozioni, ma di stimolare la loro curiosità, sollecitarli all’approfondimento personale e di gruppo, per potarli a riflettere sui loro comportamenti nelle scelte di crescita e di identificazione col gruppo.

I relatori si sono avvicinati agli studenti delle scuole medie e superiori, con ‘la leggerezza’ di chi osa parlare della propria salute e cerca di comprendere la malattia di un amico o di un familiare.

Nella foto in alto (a destra) Renata Torazzo e Lucia Alice Santamaria (a sinistra) con un gruppo di studenti coinvolti nel progetto. Di seguito alcuni scatti di altri interventi nelle classi